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Un settembre di “Architurismo”_Seconda Parte

Continua il nostro viaggio nelle nuove destinazione dell’Architurismo, dopo avervi raccontato di Copenaghen , Rotterdam e Mosca, ripartiamo da alcune insolite ma spettacolari città Europee.

  •  Dundee – Scozia:  è in assoluto la città scozzese più contemporanea che ci sia, la prima “UK’s City” ad aver ottenuto il riconoscimento nel 2014 da parte dell’UNESCO di Città del Design. Una vera e propria “hub for innovation”, anche se, conosciuta per il suo passato che la vede come la casa  dove è nata l’aspirina nel 1876. Oggi invece è un tempio della tecnologia, seppur immersa nella natura, e costantemente proiettata verso il futuro. A settembre 2018 è stato inaugurato ” The V&A and McManus Museums”, primo Museo del Design in Scozia progettato da Kengo Kuma, collocato all’interno della  riqualificazione avanguardistica dell’area portuale, l’edificio vuole richiamare le forme delle scogliere della costa orientale scozzese e si affaccia direttamente sul fiume Tay. Le gallerie al suo interno mostrano opere e progetti provenienti da tutta la Scozia e tra questi spicca la “Oak Room” di Charles Rennie Mackintosh, ricostruita ed installata in circa 16 mesi di lavoro. Il museo V&A è gratuito ad eccezione delle mostre temporanee che si tengono in una galleria riservata. Interessante il Sentiero delle Donne (The Women’s Trail), che tappa dopo tappa racconta di donne del calibro di Margaret Fairlie, una delle più grandi ginecologhe del passato. Una serie di artisti locali hanno dato vita a un progetto, Open/Close Dundee, che intende usare la street art per abbellire le porte affacciate sui vicoli e le strade, ormai dimenticate o poco visibili. Obiettivo è colorare e vivacizzare la città oltre a renderla conoscibile dai turisti oltre che dai locali.

  

 

  • Basilea – Svizzera: la terza città della Svizzera, al confine con Francia e Germania,  ospita gli uffici principali del rinomato studio Herzog & De Meuron, oltre a numerose realizzazioni di architettura contemporanea. Tra le mete consigliate è di certo quella con meno vocazione turistica, ma se siete appassionati di architettura, fidatevi, non potete non visitarla. A 10 minuti di automobile dal centro si trova il Vitra Campus, dopo l’incendio del 1981 che ha distrutto la maggior parte degli edifici industriali, l’azienda decise di trasformare il sito in una vera e proprio vetrina di architettura. Tra le opere presenti le più importanti sono senza senza dubbio la Vitra Haus (Herzog & De Meuron), il Vitra Design Museum (Frank Gehry), il padiglione delle conferenze (Tadao Ando), gli stabilimenti industriali (SANAA, Grimshaw, Alvaro Siza),  e la stazione dei vigili del fuoco (Zaha Hadid). Il centro della città accoglie le opere di Herzog & De Meuron, ben 26, tra queste vi segnalo : la nuova hall del centro congressi, il Museo delle Culture e il centro di riabilitazione.

 

  • Sempre in città troverete il Museo della Fondazione Beyeler (Renzo Piano), che fonde arte, architettura e paesaggio in un’esperienza unica e, a breve, per festeggiare i suoi 20 anni, sarà oggetto di un ‘ampliamento. Da non perdere il centro direzionale Euregio-Geschäftshaus progettato da Richard Meier e la Banca dei Regolamenti Internazionali dell’architetto svizzero Mario Botta, che si distingue per un rivestimento di strisce bicolori in pietra naturale.

  • Oslo – Norvegia: è una delle città che più sono cambiate negli ultimi anni. La sua architettura ne è lo specchio: da un lato costruzioni contemporanee, degne di una grande metropoli europea, dall’altro le costruzioni colorate in legno, degne della tradizione scandinava. Tra le nuove realizzazioni non potete non vedere il Bjørvika Barcode, un progetto di riqualificazione dell’omonimo quartiere, pensato dallo studio olandese MVRDV e realizzato da DARK Architects e A-lab. Una fila di grattacieli multiuso, che ricordano un codice a barre, in affaccio sul fiordo di Oslo e sulla Opera House.  A quest’area si accede tramite il ponte Akrobaten dello studio L2 Architects, completamente pedonale è realizzato in acciaio e vetro e d è lungo 206 metri. Questa avveniristica costruzione ha sostituito le case basse della tradizione suscitando nei locali  molte polemiche.

  • Una delle opere più spettacolari è  la prima Opera House della nazione  inaugurata nel 2007. L’edificio, che sorge sulla punta del fiordo di Oslo, ricorda un iceberg che emerge dal mare ed è completamente calpestabile.  La copertura inclinata verso il mare infatti, diventa una terrazza panoramica, da cui ammirare la città e, sul retro, il moderno quartiere di Bjørvika. I materiali utilizzati sono il granito bianco e il marmo bianco di Carrara per le facciate principali. La torre scenica in cima è in alluminio bianco lavorato con una texture particolare.  Una segnalazione, nonchè una visita appena fuori dalla città, la merita il Palazzo Statoil sede della  più grande compagnia petrolifera della Norvegia. Si ispira alle piattaforme che si trovano in mare aperto  e si struttura in   cinque parallelepipedi, uno sovrapposto all’altro,  il progetto è firmato dallo studio A-lab Architects.

Ho deciso di concludere questo articolo con la mia prossima destinazione:

  • Liverpool – Inghilterra:  dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il suo eccezionale valore come città marittima. La storica zona portuale di Liverpool è nota come Albert Dock, dopo un periodo di abbandono che seguì la sua chiusura negli anni ’70 del XX secolo, l‘Albert Dock è stato ristrutturato e riaperto nel 1998. Ora è un vivace centro per la cultura e lo svago che ospita la Tate Liverpool, Merseyside Maritime Museum e il museo dedicato ai Beatles, oltre a  numerosi bar e ristoranti che permettono di passare direttamente dal museo all’aperitivo. Tappa obbligata è il Cavern Club, dove i Fab Four si esibirono all’inizio degli anni ’60.  Infatti dagli anni ’50, al civico 10 di Mathew street, è in questo piccolo covo sotterraneo che è passata la storia della musica mondiale. Per la maggior parte delle volte, l’ingresso e gratuito e gli spettacoli iniziano dalle 23:15 ogni sera.

 

  • Nel quartiere di RopeWalks si trovano una grande varietà di istituzioni culturali: Bluecoat,  Kazimier Gardens e the Fact. Il Bluecoat, centro per l’arte contemporanea, originariamente era una scuola, dalla quale deriva il nome; oggi è sede di trenta industrie creative, oltre alle sale espositive e alle gallerie aperte al pubblico. La riqualificazione dell’area, completata nel 2008, ha permesso di recuperare l’ala sud-orientale con quattro gallerie che ospitano mostre di artisti internazionali, nazionali e locali. Un’altra zona centrale ad alta densità creativa è il Baltic Triangle, forse il maggiore cluster creativo e digitale di Liverpool. Ex zona industriale, è ora una destinazione fiorente e all’avanguardia. È il cuore della scena indipendente di Liverpool ed è sede di una serie di imprese creative. A differenza di altri quartieri culturali di Liverpool, il Baltic è grezzo e organico. Qui ci sono spazi come Constellations, con il suo giardino urbano, gli spazi per mostre e concerti, e gli Elevator Studios, hub creativo di Liverpool con i suoi studi per artisti, musicisti. Nel 2017 è stato aperta la nuova sede del  RIBA  realizzata all’interno The Mann Island Buildings, con un progetto dello studio Broadway Malyan nel  waterfront, tra le “Three Graces” e l’Albert Dock, nell’ambito del sito di Patrimonio mondiale dell’Unesco.

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