Vi avevo lasciati in sospeso la settimana scorsa , dopo il mio rientro VIP da Monaco , riprendiamo dalla foto che ha destato la mia curiosità al punto da divenire il tema dell’articolo di oggi. Parliamo di Capsule Hotel , ovvero la nuova dimensione di ricettività.
A dire il vero, l’aggettivo nuovo non è corretto se si pensa che il primo prodotto “capsulare” fu realizzato nel 1979 a Osaka in Giappone; difatti il concept del prodotto nasce dall’esigenza di massimizzare il numero di posti letto , eliminando tutto quello che non è necessario per dormire. Lo spazio per gli ospiti viene così ridotto alla dimensione di un blocco modulare , realizzato con materie plastiche o in fibra di vetro, le dimensioni per ciascun vano letto non superano i 2 m di lunghezza per 1 m di larghezza e 1,25 m di altezza. Il minimum space consente principalmente di dormire o al massimo nelle versioni più evolute e di firma europea di lavorare al pc o vedere la tv. Se il Giappone vanta una storia lunga quasi quaranta anni, l’Europa ha ridisegnato e attualizzato il modello solo negli ultimi dieci anni, associando questa tipologia ricettiva a location come aeroporti e stazioni ferroviarie. Per aiutarvi a comprendere cosa vuol dire “CAPSULE HOTEL” vi mostro una piccola (ce ne sono davvero tanti) carrellata di alcuni dei prodotti più significativi e intraprendenti, si parte ovviamente da dove tutto ha avuto inizio:
- 9H – Narita International Airport, Tokyo : la sigla sta per ‘ninehours‘ ovvero la somma di quello che è possibile fare sostando nei piccoli vani ultra tecnologici: sette ore per dormire , un’ora per riposare, un’altra per fare una doccia . Lo stile ovviamente giapponese si traduce in futuristico e minimale .
- Capsule By Container Hotel – Kuala Lumpur International Airport : una struttura organizzata in piccoli container dove si trovano 120 capsule in legno e acciaio dallo stile decisamente industriale. Oltre alle capsule per dormire, la struttura in questo caso dispone di un Capsule Bar, per bere qualcosa tra un aereo e l’altro, e un’area espositiva in cui vengono periodicamente ospitate le opere degli artisti contemporanei malesi. In questo originale capsule hotel si può soggiornare dalle 6 alle 12 ore.
- Napcabs – Munich Airport, Monaco di Baviera : le ho viste e quindi non potevo non commentarle. La versione oltreoceano è ridotta in termini di posti letto ma più grande in termini di spazio. Le capsule lasciano il posto a monoblocchi da un design esterno di certo non accattivante, ma l’interno è la dimostrazione di come l’essenziale possa tradursi in tecnologia e comfort , troverete infatti il letto, un piano lavoro, un iPod dock e tanti servizi utili come l’accesso a internet, le informazioni aeroportuali, la sveglia… la tariffa è oraria e si può restare fino a 12 ore.
- Zzzleepandgo – Milano Malpensa : come i nostri cugini germanici , ci siamo allineati a una proposta ricettiva compatta e “no frills” . Il nome è geniale : dormi e parti, traduce perfettamente l’offerta. La cabina nasce infatti per offrire la possibilità di rigenerarsi per una manciata di ore all’interno di una micro stanza fornita di ogni comfort: dal wi-fi alle prese 220v e USB, passando per il letto e lo schermo sempre aggiornato sullo stato dei voli. Il format italianissimo capsule hotel si trova al momento negli aeroporti di Milano Malpensa e Bergamo Orio al Serio, e permette di riposare tra uno scalo e l’altro e, vista la nostra situazione dei trasporti, tra un ritardo e l’altro.
- Yotel Air – Charles de Gaulle, Parigi : dopo le realtà di Londra ed Amsterdam, ha aperto a Parigi uno dei prodotti ricettivi più innovativi, tra quelli finora citati. a due passi dai gate: letti smart, una Tv con oltre 30 canali, arredi colorati e una lounge servitissima. Anche il prezzo, però, è di alto livello: per le cabine più confortevoli si possono spendere fino a 75 euro per una manciata di ore.
Ma la vera chicca è nell’offerta presente all’aeroporto di Helsinki, non un capsule hotel nè una sleeping cabins ma un letto versione bara 2.0, GoSleep, garantisce il riposo senza rinunciare alla privacy di una camera d’albergo. Quello che sembra un simpatico guscio di un legume altro non è che un pratico letto da aeroporto, dove rilassarsi tra un transito e l’altro. Ispirato alla poltrona allungabile della business class, questo pod sfida tutti claustrofobici viaggiatori.